Quando si tratta della propria salute, l’ignoranza può costare davvero cara in termini di tempo e denaro. Nel settore della salute esistono molteplici soluzioni per poter accrescere il proprio benessere, ma spesso non c’è chiarezza in merito alle peculiarità di ciascuna soluzione.

Se prendiamo in considerazione professioni come quella dello Psicologo, del Coach e del Counselor esistono delle differenze sostanziali che se non valutate attentamente possono crearti danni anziché benefici. Partiamo dalla formazione di ogni professione.

Psicologo clinico

Lo Psicologo Clinico, come nel mio caso, è laureato in Psicologia, quindi ha frequentato l’Università per ben 5 anni. E’ stato formato sulle basi biologiche della psicologia, sullo sviluppo psicologico, sui processi sensoriali, sulla percezione, sulla coscienza, sulla memoria, sul linguaggio e sul pensiero, sulla motivazione, sulle emozioni, sull’intelligenza, sulla personalità, sullo stress, il coping e la salute, sui disturbi psicologici, sul trattamento dei disturbi psicologici, sull’influenza sociale, sulla cognizione sociale. Lo Psicologo Clinico è formato per svolgere attività clinica, di counseling e coaching. Ha pertanto superato l’esame di stato abilitante alla professione, quindi ha ottenuto l’abilitazione allo svolgimento della diagnosi psicologica ed è regolarmente iscritto all’Albo Nazionale degli Psicologi.

Coach e Counselor

Il Coach e il Counselor hanno una formazione “libera”. In altre parole, questi due professioni non sono professioni regolamentate da un albo professionale, ma si rifanno alla Legge 14 gennaio 2013, n. 4 sulle “Libere professioni”. In sostanza, domani se tu decidessi di fare il coach e il counselor ti basterebbe semplicemente aprire partita iva e relativo codice ateco.

Per quanto riguarda la specifica formazione, questi professionisti possono decidere in maniera autonoma come, quanto e su cosa formarsi. Sta quindi alla persona che si rivolge a questi professionisti definire la sua preparazione e serietà per quanto riguarda attività strettamente limitate al coaching, per i coach e al counseling, per i counselor.

Non essendo iscritti a nessun albo professionale, non c’è garanzia della loro preparazione.

Esistono associazioni serie che cercano di definire i criteri di queste professioni non regolamentate da albi mediante linee guida UNI. Gli Albi professionali difatti servono a tutelare più l’utente che il professionista, poiché garantiscono al cliente/paziente la presenza di un’adeguata e completa formazione riconosciuta e validata a livello nazionale ed europeo. Questo non significa che non esistano coach o counselor seri e professionali. Esistono associazioni serie che cercano di definire i criteri di queste professioni non regolamentate da albi mediante linee guida UNI, ma indubbiamente ci sono dei rischi e dei limiti che bisogna ponderare prima della scelta e non solo sulla base dei criteri di preparazione e serietà del professionista, ma che anche sulla base dei reali bisogni e problematiche della persona.

In definitiva, psicologia clinica, coaching e counseling sono strumenti utilizzati dagli psicologi (non tutti però), mentre il coaching dai coach, il counseling dai counselor. 

Il limite principale del coach e del counselor risiede proprio nell’impossibilità di fare diagnosi e di fare una valutazione della personalità del cliente. L’assenza di una diagnosi psicologica può vanificare l’applicazione di strumenti validi come il coaching e il counseling e in taluni casi può anche diventare dannosa. Grazie al cielo i coach non sono tutti così, nemmeno i counselor. Ne conosco personalmente molti seri, etici e professionali. A mio avviso le specializzazioni più valide nel campo del coaching sono quelle del Business, Sport, Corporate e Finance. Amo molto il coaching applicato alle emozioni, relazioni, motivazione e difatti dedico ampio spazio a questi strumenti.

Esistono diverse soluzioni per la tua salute fisica, psicologica e sociale che ho messo a disposizione per te e che puoi approfondire in questa pagina.